Quando si tratta di leishmaniosi non bisogna mai abbassare la guardia se a casa si ha un animale domestico, anche se si tratta di un gatto.
A quanto pare, se qualcuno reputava il gatto più forte e resistente dinanzi alle malattie rispetto ai cani dovrà ricredersi. Sicuramente potranno essere più furbi, più agili, più autonomi e indipendenti, ma a livello di salute non sono poi così diversi dal migliore amico dell’uomo. In questo articolo, scendendo più nel particolare, vogliamo parlare di una malattia davvero tremenda che può fare del male tanto ai gatti che ai cani, ma anche agli esseri umani.
Nello specifico, siamo parlando della leishmaniosi, una patologia che deriva da un parassita davvero piccolissimo, che si fa fatica a vederlo. Questo è chiamato Leishmania Infantum. La patologia può essere trasmessa tramite la puntura di un flebotomo, ovvero una sorta di piccolo moscerino che, nella maggior parte dei casi, è conosciuto come mosca della sabbia oppure pappatacio. Ma scendiamo nei dettagli per capirne di più.
Attenzione al proprio gatto, ecco cosa succede se viene affetto dalla leishmaniosi
Parlando più nello specifico dei gatti, possiamo dire che la malattia è più frequente nei cani che nei primi. Tuttavia, una simile notizia o supposizione non deve farci abbassare la guardia. Infatti, è sbagliato pensare al nostro gatto come una razza resistente a questa patologia anche perché, in realtà, la stessa è molto diffusa tra i gatti poiché i proprietari non riescono ad accorgersi dell’infezione.
In questo caso, è doveroso dire che bisognerebbe stare attenti al periodo che va dalla primavera all’autunno dato che il pappatacio è attivo proprio in questo lasso di tempo. Il gatto, poi, viene infetto di notte quando la femmina di questo moscerino ha bisogno di sangue e inizia a pungere. Alcuni recenti studi, inoltre, hanno dimostrato che la patologia è presente nei gatti tra il 5% ed il 25% e in tutta Europa sono stati segnalati circa un centinaio di casi.
Come si comporta la patologia con i gatti?
Possiamo dire che il gatto ha modo di contrastare la malattia grazie al suo sistema immunitario, anche se questo vuol dire che diventerà un portatore sano della stessa. Il parassita, dunque, sarà sempre presente nel felino, trasformandolo in una sorta di serbatoio della malattia. L’unico aspetto positivo è che se anche il nostro gatto si comporta da serbatoio, per fortuna non arriva a infettare il cane oppure l’uomo.
I sintomi più notevoli sono delle lesioni alla cute simili a delle piccole palline e le ulcere, ovvero delle piaghe, su zone come il viso, le orecchio e le zampe. Sintomi più rari, invece, sono la febbre, il vomito, lo scolo nasale, la diarrea, la perdita di peso, infiammazione agli occhi, diarrea ed anemia. Purtroppo non esiste un vaccino che possa prevenire una simile situazione, ma esiste la possibilità di curare i nostri gatti con farmaci sperimentali.