Cani e gatti sono fonte di inquinamento: attenzione alla sostenibilità

Allarme inquinamento anche per cani e gatti: i nostri pelosetti sono fonte di inquinamento, scopri come agire in favore della sostenibilità.

Cane e gatto sul prato
Cane e gatto nel prato (Pixabay Sandra_M_H – Curadelcane.it)

Avete scelto una dieta vegana oppure evitate di mangiare frequentemente la carne? Siete molto attenti all’acquisto di prodotti privi di sostanze inquinanti che potrebbero essere nocive per il nostro ecosistema? Nonostante questi ultimi possano essere soltanto alcuni degli accorgimenti per garantire la salvaguardia del pianeta, la nostra nonché delle ulteriori specie che vi abitano, potrebbe non bastare. Ad affermarlo, per primi, sono è stato il risultato di studio condotto da alcuni ricercatori negli USA.

Anche cani e gatti sono fonte di inquinamento: come prestare attenzione alla sostenibilità 

Al termine dell’emergenza COVID anche la Francia si è unita alle ricerche condotte negli Stati Uniti, affermando il suo pieno sostegno a dimezzare le emissioni favorite – secondo tale studio – anche dai nostri amici a quattro zampe. La questione potrebbe non sorprendere, soprattutto visto l’esponenziale aumento, in meno di 2 annualità, del numero di cani e gatti ospitati per ogni famiglia nel nostro Paese come in gran parte d’Europa.

Cane e gatto sulle coperte
Fido e micio sul letto (Pixabay annvsh08 – Curadelcane.it)

Ad unirsi alle ricerche statunitensi e francesi è anche un ancor più recente studio condotto stavolta dalla società di consulenza svizzera “ESU Service”. Nel quale si afferma come l’aumento di gas serra prodotto dai nostri animali da compagnia varia in base alla loro grandezza e al loro peso.

Oltre all’inquinamento già noto dei cani in strada ogni animale, a seconda della specie, può produrre una diversa di quantità di gas terra l’anno. In media – secondo lo studio condotto in Svizzera – per un cane si tratterebbe di una tonnellata di gas serra per ogni annualità, mentre per i felini domestici potrebbe trattarsi della metà. Impossibile, dunque, negare che tale studio sia in grado di stravolgere la nostra ingenua prospettiva che vede gli animali domestici esentati dalla possibilità di contribuire all’inquinamento.

Viaggiare con il vostro fido in modo ecosostenibile – ad esempio – potrebbe non bastare più. Specialmente dal momento che, in Italia, vi sarebbe un animale domestico per quasi ogni famiglia e che l’Europa ha visto, nel frattempo, un aumento di circa 5 milioni in più di animali domestici sul suo territorio, le società e le associazioni impegnate per la salvaguardia dell’ecosistema ci invitano a intervenire il prima possibile diramando alcuni utili consigli per evitare che le emissioni aumentino in modo irreversibile.

Cani e gatti: l’indiretto contributo agli allevamenti intensivi

Un altro fattore importante è dato da ciò di cui gli animali domestici si cibano abitualmente e inevitabilmente. Il loro consumo di carne e pesce, per quel che riguarda rispettivamente il cane e il gatto, non esclude – salvo in alcuni casi particolari e impegnati nel realizzare prodotti a impatto zero, e dunque Green – che siano un ulteriore incentivo allo sfruttamento intensivo all’interno degli allevamenti e della consecutiva emozione di gas in grandi quantità.

cocker spaniel accanto a un albero
Cocker Spaniel (Pixabay MixedMediaSolutions – Curadelcane.it)

Eppure gli animalisti, interessati all’argomento, non voltano le spalle a queste segnalazioni cercando di trovare una soluzione e rendere, per quel che è possibile, il nostro cane o gatto un “ecocane” o un “ecogatto”. Come è possibile? Ad esempio aiutare i gatti a perdere il loro istinto a cacciare animali più piccoli. Oppure creare per loro degli oggetti homemade, con materiali riciclabili per il loro svago. Oppure, infine, preferire per la loro alimentazione crocchette considerate a basso tasso di inquinamento per la loro produzione.

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