Negli scorsi giorni le polemiche hanno travolto la ministra Roccella. La replica sul tema del dare il nome di persona ai nostri amici a quattro zampe non accenna a diminuire.
Hanno suscitato non poche polemiche le parole della ministra Eugenia Roccella che aveva criticato chi dà un nome da “essere umano” a un cane. Polemiche che si sono protratte per diversi giorni dopo la sortita della ministra della Famiglia e che ora hanno un nuovo capitolo.
Per noi che amiamo visceralmente gli animali e, in particolare i cani, non è affatto niente di strano considerare i nostri amici a quattro zampe elementi della famiglia. A volte molto più integrati rispetto ad alcuni membri del nucleo familiare. Ma, si sa, i parenti non si scelgono. Col nostro peloso a quattro zampe, invece, è amore reciproco a prima vista. Un amore che andrà certamente avanti per tutta la vita.
Qualche giorno fa, la responsabile del Ministero della Famiglia era intervenuta a Fenix, la festa dei giovani di Fratelli d’Italia e aveva ferocemente criticato chi dà un nome da bambino al proprio cane. “Questo tentativo di dare i nomi dei bambini ai cani, è sintomo di un bisogno che evidentemente c’è, però viene trasferito sugli animali” aveva detto. Va sottolineato, peraltro, che tempo fa anche lo stesso Papa Francesco aveva criticato questa tendenza sempre più un voga.
Ma il discorso di Roccella è di tipo politico, incentrato sulla politica di incremento delle nascite, che il Governo di centrodestra presieduto da Giorgia Meloni vorrebbe implementare: “La maternità è ormai una parola cancellata. La natalità è stata vista come sbagliata” aveva detto nel corso di Fenix. Dichiarazioni che avevano suscitato polemiche da parte del centrosinistra e, in generale, da parte degli amanti degli animali e soprattutto dei cani. Giorni e giorni di dibattiti, che ora si arricchiscono di una ulteriore tappa.
La replica del ministro Roccella
Travolta quindi dalle critiche, alla fine Roccella ha deciso di replicare alle accuse, utilizzando, come spesso accade di questi tempi, i social. Con un post Facebook. La ministra ha di fatto definito risibili le critiche ricevute, sottolineando la sua passione per gli animali domestici: “Amo i cani e i gatti, ne ho sempre avuti e tuttora a casa mia vivono un cagnolino zoppo salvato dalla strada, che si chiama Spock, e tre gatti dai nomi simil-umani: Donald (perché è rosso col ciuffo come Trump) Oliver, Colette”.
Ma il post è un modo per rincarare la dose sulle sue affermazioni, dato che al parco si sarebbe girata di scatto al grido “Eugenio!” ed era un cane, seguito dall’invocazione “Gianmaria!” per un altro cane”. Ed ecco, quindi, il tema politico e sociale: “C’è nelle persone un gran bisogno di compagnia, di affettività, di calore familiare. Un bisogno che in una società sempre più atomizzata, in un mondo di crescenti solitudini, spesso viene riversato in via esclusiva su questi animaletti”.
Roccella, dunque, non fa alcuna marcia indietro: “Ciò che mi colpisce non è l’amore, che io per prima provo per loro. Non è il bisogno, che trovo profondamente umano, io vorrei una società in cui i cani e i gatti sono affetti di casa ma in case più vive e popolate di persone. Non sarebbe stato difficile capirlo, se solo non si fosse animati dalla volontà di equivocare tutto a tutti i costi. E ora via alla prossima strumentalizzazione, che già immagino”.