Quando una relazione finisce, c’è una ‘proprietà’ speciale da dividere: come gestire gli animali domestici in caso di separazione dei padroni.
Una volta presa la difficile decisione di separarsi, c’è un’altra questione (spesso spinosa) da risolvere: gli animali domestici in caso di separazione a chi verranno affidati? Non è una decisione da prendere alla leggera poiché si tratta di esseri viventi sensibili e con una propria personalità, tuttavia in quel caso, vengono trattati alla pari di ‘oggetti-proprietà’. Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’argomento.
Non si tratta di una mancanza di riguardo nei loro confronti, ma secondo le normative vigenti queste meravigliose creature sono trattate alla pari degli altri oggetti che vanno assegnati all’uno o all’altro coniuge in caso di separazione. Sono dunque valutati in modo diverso dai bambini, per i quali ci sono Leggi specifiche a riguardo.
Vi sono diverse fattori da valutare, per non rendere l’evento ancora più traumatico al diretto interessato: con quale dei due umani ha il legame più forte, chi riconosce come padrone, quali sono le condizioni migliori per non cambiare troppo la sua quotidianità, chi ha maggiori disponibilità economiche o più tempo a disposizione da dedicargli.
Insomma per il suo benessere, oltre a queste faccende di tipo ‘pratico’, bisogna rimanere calmi, farsi vedere il meno possibile agitati e stressati, poiché gli animali ne risentirebbero; bisogna gestirli con pazienza e comprensione, anche quando si mostreranno più scontrosi e a tratti disobbedienti (potrebbe naturalmente essere una loro reazione alla situazione di cambiamento che stanno vivendo).
Sebbene non vi siano appunto Leggi specifiche che regolamentano l’affidamento dell’animale domestico, vi è la possibilità di stabilire legalmente chi se ne prenderà cura, ovviamente nel caso in cui i due coniugi non riescano a mettersi d’accordo privatamente.
In base ad un provvedimento preso nel 2013, si era deciso consensualmente di provvedere insieme alle spese straordinarie relative alla loro assistenza sanitaria. In più i due ex coniugi avevano stabilito legalmente che i felini sarebbero rimasti nella loro casa ‘natia’, insieme alla figlia della coppia, per evitare di spezzare anche questo rapporto.
Ciò ha dimostrato che gli animali sono considerati, a tutti gli effetti, degli esseri senzienti, in grado di stabilire relazioni affettive da salvaguardare in casi come questi. Qualora invece non si riuscisse ad arrivare a un accordo consensuale, è opportuno affidarsi ad un legale, insomma un terzo che stabilisca cosa è meglio per l’animale e che concili le due parti.
In ultima analisi è possibile affidarsi a un giudice civile, che stabilirà l’affido dell’animale domestico ad una delle due parti in esclusiva o in collaborazione.
Chi ha un animale in casa sa bene quanto i cambiamenti repentini possano influire sullo stato d’animo dello stesso e turbarlo in maniera irreparabile: non a caso infatti gli animali domestici sentono la mancanza dei loro padroni quando uno dei due non c’è perché magari ha cambiato proprio alloggio.
Come anche per le separazioni e la ‘spartizione’ degli oggetti, è fondamentale il dialogo tra i due ex coniugi: se si riuscirà a mantenere un buon rapporto, si potrà arrivare prima a una decisione che faccia innanzitutto gli interessi dell’animale ma anche del padrone stesso, che in un momento così difficile della sua vita privata, non dovrà rinunciare al conforto del proprio amico a quattro zampe.
La soluzione migliore solitamente è che la creatura non cambi casa, che veda entrambi i padroni, che potrebbero alternarsi a fargli compagnia in casa quando uno è assente. Infine un’altra soluzione può essere quella di scegliere un dog-sitter, una persona che dunque si occupi delle esigenze del proprio animale domestico quando nessuno dei due può provvedere ad esse.
Infine si potrebbe ‘prevenire’ il problema di una ipotetica separazione con degli accordi pre-matrimoniali, che stabiliscano a chi dei due coniugi rimarranno gli animali domestici qualora si dovesse porre fine legalmente alla relazione.